I danni della crisi innescata dall’emergenza Covid-19 hanno particolarmente colpito il settore dei pubblici esercizi che secondo le stime di FIPE Confcommercio, rischia di perdere nell’anno 2020, 21 miliardi di euro di fatturato, 50.000 imprese e 300.000 posti di lavoro.
Le proposte sin qui messe a punto dal governo sono state giudicate dal 96% delle imprese associate insufficienti e parziali; la FIPE, pertanto, a nome delle 120.000 imprese associate dei settori della ristorazione, bar, intrattenimento, catering, stabilimenti balneari e fuori casa italiano, ha avanzato direttamente e tramite Confcommercio numerose richieste al governo e alle forze politiche.
Tale attività viene descritta nel presente Documento, nel quale sono riassunti gli oltre 30 emendamenti e proposte integrative presentate al DL Cura Italia e agli altri provvedimenti del governo, nonchè le proposte tecniche che si stanno mettendo a punto per la c.d. Fase 2 legata alla riapertura delle attività, che secondo la Federazione dei Pubblici Esercizi non può assolutamente escludere il settore dei pubblici esercizi. Fra queste ultime, la possibilità di poter svolgere da subito attività di asporto “take away”, adottando tutte le misure di cautele previste per gli altri esercizi. La FIPE sta inoltre lavorando ad una serie di iniziative-interventi straordinari al fine di dare supporto aggiuntivo alla propria rete di associati, tramite il web, i social e specifiche piattaforme.